Questo spettacolo è nato da un progetto interculturale sul Brasile realizzato in una scuola materna della provincia di Varese, che ha previsto una pluralità di interventi da parte di insegnanti, genitori e persone provenienti dal Brasile, presenti sul territorio.
A conclusione del progetto, è stata messa in scena la fiaba “Clarita dalle belle dita”. Grazie all’aiuto di una mamma proveniente dallo stato di Bahia, è stato possibile affrontare gli aspetti più veri del Brasile, lontani dagli stereotipi assai diffusi, restituendo l’immagine di una terra ricca, piena di tradizioni e sfumature, dai mille suoni e dai mille colori.
“Clarita dalle belle dita” racconta di una bambina nata con mani prodigiose, capaci di ricamare in modo tanto unico, da diventare la migliore sarta di Rio de Janeiro. Questa storia si è rivelata pretesto per parlare ampiamente del Brasile, sede del carnevale più rinomato del pianeta ma anche terra nelle cui campagne sono ancora le lavandaie a lavare i panni per tutto il villaggio, cantando e raccontando.
Ecco, questo è il Brasile! E’ terra in cui il rapporto con la natura è davvero speciale, tanto da accendere il desiderio di assimilazione: spesso i costumi del carnevale ritraggono la natura, imitando animali, piante, fiori, suoni.
In questo spettacolo non poteva mancare l’aspetto musicale, così intenso e multicolore: certamente il canto tradizionale della “lavandeira” e le ninne nanne antiche, ma anche le sperimentazioni ardite di Tom Ze (il canto di Palabro, coccodrillo ballerino chiacchierone); oppure il samba raffinato e recente vicino a quello caciarone del carnevale. Il tutto, in un ensemble di suoni, costumi, oggetti e stoffe, capaci di creare un mondo così diverso, di emozionare e suggerire atmosfere lontane.
L’INCONTRO CON ERVELIM
Ervelim Lopes, mamma di Dennis. L’ho conosciuta perché il suo bambino era in classe con Alice e Matilde, le mie piccole, in una scuola materna dove si stava realizzando un progetto sul Brasile. Le maestre mi avevano chiesto di raccontare ai bambini una storia brasilana, “Clarita dalle belle dita”, appunto. Era scritta su un foglietto: cinque righe. Accidenti…bisognava darsi da fare! “Ma non ti preoccupare, abbiamo una mamma brasiliana in classe”.
Telefono a Ervelim e ci presentiamo. Lei -che donna!- esagerando il suo accento di Salvador du Bahia, orgogliosa, esuberante e diffidente mi ha subito messa con le spalle al muro: “Ricordati che il Brasile non è solo samba, calcio e prostituzione. Se da me vuoi queste cose, allora è meglio che chiudiamo qui la conversazione”.
Accidenti! Avevo trovato quello che cercavo! Non qualcuno che mi desse quello che già sapevo, ma qualcuno che mi avrebbe aperto la mente. Io ero pronta a fare quel passo, certamente. E infatti risposi: “Perfetto! Gli stereotipi non mi interessano. Io sto cercando tutto il resto!”.
Nacque una collaborazione viva, intensa, a tratti folle, con questa donna che mi faceva ascoltare musiche, mi parlava della campagna e che mi ha persino cantato la ninna nanna più bella al mondo, davanti al mio “mangiacassette” che oggi non funziona più. Intonata? Non saprei, ma l’idea della canzone era molto meglio di tutti quei cantanti famosi che l’hanno cantata, ma che non avevano in quel momento l’anima di una mamma che, oltre a coccolarsi il figlio, voleva far rivivere in Italia, il pulsare della sua terra. Che esperienza!
FIABA BRASILIANA - Clarita dalle belle dita
di e con Francesca Brusa Pasqué
Scenografie e Costumi: Ines Capellari
Musiche: Elba Ramahlo, Tom Zé, Marisa Monte, Kamané
“Minifest” Operaestate Festival Veneto
Temi: incontro con il Brasile; rapporto con la natura, il Carnevale.
Tecniche utilizzate: teatro di narrazione con musiche e canti.
Età: 4-7 anni
Durata: ca. 50 min
Spazio: 6X6